Mese: luglio 2015

SPAZIO ALLA MUSICA.. ALZATE IL VOLUME!

Postato il Aggiornato il

Vivo per lei – Andrea Bocelli e Giorgia (1995)

Vivo per lei da quando, sai la prima volta l’ ho incontrata
non mi ricordo come ma m’é entrata dentro e c’è restata
Vivo per lei perché mi fa vibrare forte l’anima
vivo per lei e non é un peso.
Vivo per lei anch’io, lo sai e tu non esserne geloso
lei é di tutti quelli che hanno un bisogno sempre acceso
come uno stereo in camera di chi é da solo e adesso sa
e anche per lui, adesso, io vivo per lei
E’ una musa che ci invita a sfiorarla con le dita
attraverso un pianoforte, la morte allontana, io vivo per lei.
Vivo per lei che spesso sa essere dolce e sensuale
a volte picchia in testa ma è un pugno che non fa mai male
Vivo per lei, lo so, mi fa girare di città in città
soffrire un po’, ma almeno io vivo.
E’ un dolore quando parte (vivo per lei dentro)
Con piacere estremo cresce, attraverso la mia voce si espande
e amore produce (insieme)
Vivo per lei, nient’altro ho, e quanti altri incontrerò
che come me hanno scritto in viso
Io vivo per lei, io vivo per lei
Sopra un falco contro un muro anche in un domani volo
ogni giorno una conquista, la protagonista sarà sempre lei (insieme)
Vivo per lei perché oramai io non ho altra via d’uscita
perché la musica lo sai, almeno non l’ ho mai tradita
Vivo per lei perché mi da pause, note e libertà
ci fosse un’altra vita la vivo, la vivo per lei.
Vivo per lei, la musica.

Io vivo per lei Vivo per lei, è l’unica, io vivo per lei……..

Musica – Pooh

Nei tramonti più bui, se è stagione di addii
se hai ragione ma lo sai solo tu
quando il silenzio è il rumore che urla di più
Questa musica è il mestiere
più eccitante che ci sia
e ci spacco le ossa ma con allegria
E finita la bufera
ci ha contati e messi in macchina insieme, ancora
La musica è un dio bambino
che crescere non sa
sa prendersi gioco del tempo e dell’età
E fermarla non puoi
perché si è innamorata di noi
ci ha cambiato già famiglie e città
è prepotente e sincera, è libertà
E’ invenzione e realtà
e chi ha scelto di amarci lo sa
In musica rispondi
a ogni lingua che non sai
ed è uguale l’amore che prendi e che dai
Musica è incontrarsi
è il miracolo dei sogni che fan sognare
La musica è un dio indulgente
che regole non ha
è un’amante che mai il cuore ci spezzerà
E fermarla non puoi
perché si è innamorata di noi
non è stanca mai di vita o di guai
se ci perdiamo per strada, ci trova lei
Amore lo so ti pesa dividermi con lei
ma la musica non riposa, mi porta via
E fermarla non puoi
perché si é innamorata di noi
ci ha cambiato già famiglie e città
è prepotente e sincera, è libertà
E’ invenzione e realtà
e chi ha scelto di amarci lo sa

Music- John Miles ( album Rebel, 1976)

Music was my first love
and it will be my last.
Music of the future
and music of the past.

To live without my music
would be impossible to do.
In this world of troubles,
my music pulls me through.

(Instrumental)

Music was my first love
and it will be last.
Music of the future
and music of the past
and music of the past
and music of the past.

(Instrumental)

Music was my first love
and it will be my last.
Music of the future
and music of the past.

To live without my music
would be impossible to do.
In this world of troubles,
my music pulls me through.

TRADUZIONE

Musica

 La musica è stata il mio primo amore

e sarà l’ultimo.

Musica del futuro

e musica del passato.

Vivere senza la mia musica

sarebbe impossibile.

In questo mondo di guai,

la mia musica mi guarisce.

(Parte strumentale)

La musica è stata il mio primo amore

e sarà l’ultimo.

Musica del futuro

e musica del passato

e musica del passato

e musica del passato

(Parte strumentale)

La musica è stata il mio primo amore

e sarà l’ultimo.

Musica del futuro

e musica del passato.

Vivere senza la mia musica

sarebbe impossibile.

In questo mondo di guai,

la mia musica mi guarisce.

 When the music’s over – The Doors (album Strange Days, 1967)

When the music’s over
When the music’s over
When the music’s over
Turn out the lights (X3)

When the music’s over (X3)
Turn out the lights (X3)

For the music is your special friend
Dance on fire as it intends
Music is your only friend
Until the end (X3)

Cancel my subscription to the Resurrection
Send my credentials to the House of Detention
I got some friends inside

The face in the mirror won’t stop
The girl in the window won’t drop
A feast of friends
“Alive!” she cried
Waitin’ for me
Outside!

Before I sink
Into the big sleep
I want to hear
I want to hear
The scream of the butterfly

Come back, baby
Back into my arm
We’re gettin’ tired of hangin’ around
Waitin’ around with our heads to the ground

I hear a very gentle sound
Very near yet very far
Very soft, very clear
Come today, come today

What have they done to the earth?
What have they done to our fair sister?
Ravaged and plundered and ripped her and bit her
Stuck her with knives in the side of the dawn
And tied her with fences and dragged her down

I hear a very gentle sound
With your ear down to the ground
We want the world and we want it …
We want the world and we want it …
Now
Now?
Now!

Persian night, babe
See the light, babe
Save us!
Jesus!
Save us!

So when the music’s over
When the music’s over
When the music’s over
Turn out the lights (X3)

Well the music is your special friend
Dance on fire as it intends
Music is your only friend
Until the end. (X3)

TRADUZIONE

Quando la musica finisce
Quando la musica finisce
Quando la musica finisce
Spegni le luci

Quando la musica è finita
Spegni le luci

Perchè la musica è la nostra amica speciale
Balla sul fuoco come si deve
La musica è la nostra sola amica
Fino alla fine

Cancello la mia iscrizione alla Resurrezione
Mando le mie credenziali alla Prigione
Ho degli amici lì dentro

La faccia nello specchio non si fermerà
La ragazza alla finestra non cadrà
Una festa di amici
“Vivo” urlò
Aspettandomi
Fuori!

Prima che io affondi
Nel grande sonno
Voglio sentire
Voglio ascoltare
L’urlo della farfalla

Ritorna bambina
Ritorna tra le mie braccia
Ci stiamo stancando di andare in giro
Di aspettare in giro guardando per terra

Sento un suono molto delicato
Vicinissimo e insieme lontano
Delicato, molto chiaro
Arriva adesso, arriva adesso

Cosa hanno fatto alla terra?
Cosa hanno fatto alla nostra buona sorella?
Aggredita, saccheggiata, violentata e morsicata
Accoltellata dal lato dell’alba
Rinchiusa da steccati e tirata giù

Sento un suono delicato
Con il tuo orecchio al suolo
Noi vogliamo il mondo e lo vogliamo …
Noi vogliamo il mondo e lo vogliamo …
Adesso
Adesso?
Adesso!

Notte Persiana, Bambina
Guarda la luce bambina
Salvaci!
Gesù!
Salvaci!

Così quando la musica è finita
Quando la musica è finita
Quando la musica è finita
Spegni le luci

Sì, la musica è il nostro vero amico
Balla sul fuoco come deve essere
La musica è il nostro solo amico
Fino alla fine.

 La musica faLitfiba (album Respiro, 1999)

A volte vorrei vivere nell’aria
E rimanere sospeso senza più ostacoli
Giocare coi mostri delle mie insicurezze
E trasformarli in canzoni come un miracolo
Su tutta la terra che corre sotto i piedi
Come un mappamondo di pezzi fragili
C’è ogni uomo che cerca e cerca la sua idea
Insegue la verità e il suo contrario
La musica fa sognare e volare capire
La musica da la forza di reagire
La musica fa viaggiare senza partire
La musica fa capire ciò che vuoi capire
Tutta la banda e un detonatore
Musica a randa con la testa e con il cuore
È mediterranea e corre a sangue caldo
Tutta la banda fa musica a randa
Il mondo è a pezzi e i pezzi siamo noi
In un rompicapo di gesti fragili
Cerchiamo la gioia ma la gioia è dentro di noi
Perché è magica la verità non è il contrario
La gioia è dentro di noi
La musica fa sognare e volare capire
La musica da la forza di reagire
La musica fa viaggiare senza partire
La musica fa capire ciò che vuoi capire
Tutta la banda è un detonatore
Musica randa con la testa e con il cuore
È mediterranea e corre a sangue caldo
Tutta la banda fa musica randa
Vitamina adrenalina ah ah ah
Sono il carburante di questa musica
Vitamina giù in cantina ah ah ah
Il mio viaggio è un’indecenza e non finisce qua
La musica fa sognare e volare capire
La musica da la forza di reagire
La musica fa viaggiare senza partire
La musica fa capire ciò che vuoi capire
La musica fa la musica da La musica fa la musica da La musica fa la musica da La musica fa la musica da
Il mondo è a pezzi pezzi siamo noi…
Il mondo è a pezzi pezzi siamo noi…
Ho cuore a pezzi pezzi siamo noi…
Il mondo è a pezzi pezzi siamo noi…
La musica fa la musica da…

  Una canzoneFrancesco Guccini (da Ritratti, 2004).

La canzone è una penna e un foglio
così fragili fra queste dita,
è quel che non è, è l’erba voglio
ma può essere complessa come la vita.
La canzone è una vaga farfalla
che vola via nell’aria leggera,
una macchia azzurra, una rosa gialla,
un respiro di vento la sera,
una lucciola accesa in un prato,
un sospiro fatto di niente
ma qualche volta se ti ha afferrato
ti rimane per sempre in mente
e la scrive gente quasi normale
ma con l’anima come un bambino
che ogni tanto si mette le ali
e con le parole gioca a rimpiattino.

La canzone è una stella filante
che qualche volta diventa cometa
una meteora di fuoco bruciante
però impalpabile come la seta.
La canzone può aprirti il cuore
con la ragione o col sentimento
fatta di pane, vino, sudore
lunga una vita, lunga un momento.
Si può cantare a voce sguaiata
quando sei in branco, per allegria
o la sussurri appena accennata
se ti circonda la malinconia
e ti ricorda quel canto muto
la donna che ha fatto innamorare
le vite che tu non hai vissuto
e quella che tu vuoi dimenticare.

La canzone è una scatola magica
spesso riempita di cose futili
ma se la intessi d’ironia tragica
ti spazza via i ritornelli inutili;
è un manifesto che puoi riempire
con cose e facce da raccontare
esili vite da rivestire
e storie minime da ripagare
fatta con sette note essenziali
e quattro accordi cuciti in croce
sopra chitarre più che normali
ed una voce che non è voce
ma con carambola lessicale
può essere un prisma di rifrazione
cristallo e pietra filosofale
svettante in aria come un falcone.

Perché può nascere da un male oscuro
che è difficile diagnosticare
fra il passato appesa e il futuro,
lì presente e pronta a scappare
e la canzone diventa un sasso
lama, martello, una polveriera
che a volte morde e colpisce basso
e a volte sventola come bandiera.
La urli allora un giorno di rabbia
la getti in faccia a chi non ti piace
un grimaldello che apre ogni gabbia
pronta ad irridere chi canta e tace.
Però alla fine è fatta di fumo
veste la stoffa delle illusioni,
nebbie, ricordi, pena, profumo:
son tutto questo le mie canzoni.

Slave to the music –  James Morrison (album The Awakening, 2011)

She pulled me in so easily
Right from the star
She played me like i was a melody
One bang on the drum and
She funks me with a sweet kiss
She’s touching me with lovers caress
No i can’t fight it

She’s got my soul
She’s captured me
Holds me hostage when i hear that beat
I won’t take these’s shackles on my feet
Because they’re the only thing
That make me felle free , that’s why

I’m a slave to the music
No i won’t stop till my heart pops
I’m a slave to the music
No i won’t give in til i stop breathing
She got me rockin
She got me movin
She got me dancin
She got me rockin
She got me movin
She got me dancin
I don’t wanna be saved
Slave to the music
I don’t wanna be saved
I’m a slave to the music, yeah , yeah

My heart pop and i’m barely alive
But keep on givin
It’s the only way to survive
But i can’t help but shuffle my feet
Moving like a zombie , chasin the beat
She lures me in oh sweet surrender
Locks me down like a reapeat offender
I won’t take these shackles off my feet
Because they’re the only thing that
Make me feel free , that’s why

I’m a slave to the music
No i won’t stop till my heart pops
I’m a slave to the music
No i won’t give in til i stop breathing
She got me rockin ,
She got me movin
She got me dancin
She got me rockink
She got me movin
She got me dancing
I don’t wanna be saved
Slave to the music
I don’t wanna be saved
I’m a slave to the music, yeah , yeah

If you feel for me put your hands out now
If you feel for me put your hands out now
If you feel like a zombie shout it out now
If you feel like a zombie, shout it out now

I’m a slave to the music
No i won’t stop till my heart pops
I’m a slave to the music
No i won’t give in til i stop breathing
She got me rockin ,
She got me movin
She got me dancin
She got me rockink
She got me movin
She got me dancing
I don’t wanna be saved
Slave to the music
I don’t wanna be saved
I’m a slave to the music, yeah , yeah

TRADUZIONE
Mi ha fatto entrare così facilmente
Fin dall’inizio
Lei mi ha suonato come se fossi una melodia
Un colpo sulla batteria e mi ha fatto suonare con un dolce bacio
Mi sta toccando con le carezze degli amanti
No, non riesco a combatterlo
Ha preso la mia anima
Lei mi ha catturato
Mi tiene in ostaggio quando sento quel beat
Non toglierò queste catene dei miei piedi
Perche’ sono l’unica cosa che mi fa sentire libero
Ecco perché
Sono uno schiavo della musica
No, non si fermerà finchè il mio cuore non salterà fuori
Sono uno schiavo della musica
No, non mi fermerò finché non smetterò di respirare
Lei mi fa rocckeggiare
Lei mi fa muovere
Lei mi fa ballare
Lei mi fa rocckeggiare
Lei mi fa muovere
Lei mi fa ballare
Non voglio essere salvato
Schiavo della musica
Non voglio essere salvato
Sono uno schiavo alla musica, yeah yeah
[…] E sono a malapena in vita
Ma continuo a muovermi
E’ l’unico modo per sopravvivere
Non posso fare a meno di muovere i miei piedi
Mi muovo come uno zombie, cercando di prendere il ritmo
Lei mi attira oh dolce resa
Mi blocca a terra come un recidivo
Non toglierò queste catene dei miei piedi
Perche’ sono l’unica cosa che mi fa sentire libero
Ecco perché
Sono uno schiavo della musica
No, non si fermerà finchè il mio cuore non salterà fuori
Sono uno schiavo della musica
No, non mi fermerò finché non smetterò di respirare
Lei mi fa rocckeggiare
Lei mi fa muovere
Lei mi fa ballare
Lei mi fa rocckeggiare
Lei mi fa muovere
Lei mi fa ballare
Non voglio essere salvato
Schiavo della musica
Non voglio essere salvato
Sono uno schiavo alla musica
Se vi sentite come me tirate su le mani ora
Se vi sentite come me tirate su le mani ora
… fuori le mani
Se vi sentite come uno zombie, gridate ora
Se vi sentite come uno zombie, gridate ora
Lei mi fa rocckeggiare
Lei mi fa muovere
Lei mi fa ballare
Lei mi fa rocckeggiare
Lei mi fa muovere
Lei mi fa ballare
Lei mi fa rocckeggiare
Lei mi fa muovere
Lei mi fa ballare
Lei mi fa rocckeggiare
Lei mi fa muovere
Lei mi fa ballare
Non voglio essere salvato
Sono uno, sono uno schiavo della musica
Sono uno schiavo della musica, sì
Sono uno, sono uno schiavo della musica
Sono uno schiavo alla musica, yeah yeah
Non voglio essere salvato ora

Turn up the musicChris Brown (2012)

Turn up the music, cause this song just came on
Turn up the music, if they try to turn us down
Turn up the music, can I hear it til the speakers blow
Turn up the music, fill your cup and drink it down

If you’re sexy and you know it put your hands up in the air
Put your hands up in the air, girl, put your hands up
If you’re sexy and you know it put your hands up in the air
Put your hands up in the air, girl, put your hands up

Turn up the music, just turn it up loud
Turn up the music, I need it in my life, yeah
Turn up the music, just turn it up loud
Turn up the music, I need it in my life, yeah

Oh, oh, oh, oh
Turn up the music
Oh, oh, oh, oh
Turn up the music

Turn up the music

Tu-turn up the…

Turn up the music cause the sun just came up
Turn up the music, if they try to turn us down
Turn up the music, cause i’m trying to hear the speakers blow
Turn up the music, fill your cup and drink it down

If you’re sexy and you know it put your hands up in the air
Put your hands up in the air, girl, put your hands up
If you’re sexy and you know it put your hands up in the air
Put your hands up in the air, girl, put your hands up

And Turn up the music, just turn it up loud
Turn up the music, I need it in my life, yeah
Turn up the music, just turn it up loud
Turn up the music, I need it in my life, yeah

Oh, oh, oh, oh
Turn up the music
Oh, oh, oh, oh

Save my life, all I wanna do is party
So dj turn it up
Girl, dance with me, just dance with me
Girl can I see that, I really wanna touch that
Maybe can I beat that (don’t stop the)
Turn it up (just dance with me)
Turn it up (just dance with me)
Turn it up

TRADUZIONE

Alza la musica, perchè qusta canzone è appena cominciata
Alza la musica, se provano ad abbassarci
Alza la musica, posso sentirla fino a che le casse si rompono?
Alza la musica, riempi il bicchiere e bevilo tutto

Se sei sexy e lo sai alza le mani al cielo
alza le mani al cielo, ragazza, alza le mani
Se sei sexy e lo sai alza le mani al cielo
alza le mani al cielo, ragazza, alza le mani

Alza la musica, alzala forte
Alza la musica, ne ho bisogno nella mia vita, si
Alza la musica, alzala forte
Alza la musica, ne ho bisogno nella mia vita, si

Oh, oh, oh, oh
Alza la musica
Oh, oh, oh, oh
Alza la musica

Alza la musica

A-Alza la…

Alza la musica, perchè il sole è appena sorto
Alza la musica, se provano ad abbassarci
Alza la musica, posso sentirla fino a che le casse si rompono?
Alza la musica, riempi il bicchiere e bevilo tutto

Se sei sexy e lo sai alza le mani al cielo
alza le mani al cielo, ragazza, alza le mani
Se sei sexy e lo sai alza le mani al cielo
alza le mani al cielo, ragazza, alza le mani

Ed alza la musica, alzala forte
Alza la musica, ne ho bisogno nella mia vita, si
Alza la musica, alzala forte
Alza la musica, ne ho bisogno nella mia vita, si

Oh, oh, oh, oh
Alza la musica
Oh, oh, oh, oh

Salvami la vita, tutto ciò che voglio fare è festeggiare
Quindi dj alzala
ragazza, balla con me, balla solamente con me
ragazza posso vederlo? Voglio veramente roccarlo
forse posso sbatterlo? (non fermare il)
Alzala (balla con me)
Alzala (balla con me)
Alzala

Chi fermerà la musica – Pooh (1981)

Ora si respira
hai travolto la mia barriera
una polveriera.
Quante donne che sei stasera
tastiera che suoni per le mie mani
luna a cui mando i miei aeroplani
stai cambiando i suoni alla mia musica.
Buona primavera
per chi vola non c’è frontiera
bevo per chi è bravo
a mangiarsi la vita vivo
per quelli che vanno in amore spesso
per te che mi cambi colore addosso
per me stesso
cambio pelle e stelle io.
Chi fermerà la musica
l’aria diventa elettrica
e un uomo non si addomestica
le corde mi suonano forte
la molla è carica.
Chi fermerà la musica
quelli che non si sbagliano
quelli che non si svegliano
stanno nei porti a tagliarsi le vele
tu parti nel sole con me.
Ero barricato
nel mio spazio come un bandito
brava mi hai colpito
ti ringrazio non hai sbagliato.
Mi hai dato contatto alla mia maniera
sospetto che stai per costarmi cara
l’aria è troppo chiara per nascondersi.
Chi fermerà la musica
l’aria diventa elettrica
e un uomo non si addomestica
le corde mi suonano forte
la molla è carica.
Chi fermerà la musica
quelli che non si sbagliano
quelli che non si svegliano
stanno nei porti a tagliarsi le vele
tu parti nel sole con me.
Buona primavera,
per chi vola non c’è frontiera
ora si respira
quante donne che sei stasera.

Dea Musica – Piero Pelù (2004)

Io che ti perdo tu che mi ritrovi qua
ricompongo i cristalli dell’anima
pazzo di gioia ti regalo parole
forse saremo come la luna e il sole

Dea dea musica
la mia cura e compagna fantastica
mi dai gioia amore accarezzi la mia solitudine

Com’è possibile che rendi tutto più possibile
sei la musica sei la mia sola cosa magica

Ogni giorno cambiare la musica
ogni notte scavare nell’anima
perso negli occhi tuoi come dentro un mistero
perso in un sogno come fosse tutto vero

Dea dea musica
la scintilla in un mondo di plastica
mi dai forza amore accarezzi la mia solitudine

Com’è possibile che rendi tutto più possibile
sei la musica sei la mia sola cosa magica

Sento i tuoi nuovi messaggi
sono agitato anche oggi
cerco il momento perfetto perfetto e diretto
che non mi fa dormire mai
e non mi basti mai…
dea della musica musica musica musica

Com’è possibile che rendi tutto più possibile
sei la musica sei la mia sola cosa magica
invisibile ma rendi tutto più possibile
scintilla in un mondo di plastica… oh dea

Musica èRamazzotti (1988)

Musica è
guardare più lontano e perdersi in se stessi
la luce che rinasce e coglierne i riflessi
su pianure azzurre si aprono
su più si i miei pensieri spaziano
ed io mi accorgo che
che tutto intorno a me, a te
musica è
la danza regolare di tutti i tuoi respiri su di me
la festa dei tuoi occhi appena mi sorridi
tu e il suono delle labbra tue
tu sempre di più
quell’armonia raggiunta in due
ti ascolterò perché
sei musica per me, per me
musica è…
musica è…
io sento ancora
le voci della strada dove son nato
mia madre quante volte mi avrà chiamato
ma era più forte il grido di libertà
e sotto il sole
che fulmina i cortili
le corse polverose dei bambini
che di giocare non la smettono più
io sento ancora cantare in dialetto
le ninne nanne di pioggia sul tetto
tutto questo per me
questo dolce arpeggiare
è musica da ricordare
è dentro di me… fa parte di me… cammina con me
è
musica è
l’amico che ti parla
quando ti senti solo
sai che una mano puoi trovarla
è
musica è
da conservare, da salvare insieme a te
senti
più siamo in tanti e più in alto sale
un coro in lingua universale
dice che dice che
anche del cielo han bucato la pelle
lo senti
è l’urlo delle stelle
forse cambierà
nella testa della gente
la mentalità
di chi ascolta ma non sente
prima che il silenzio
scenda su ogni cosa
quel silenzio grande
dopo l’aria esplosa
perché un mondo senza musica
non si può neanche immaginare
perché ogni cuore anche il più piccolo
è un battito di vita e d’amore
che
musica è

QUESTE SONO ALCUNE CANZONI DEDICATE ALLA MUSICA  CHE IO ADORO  PERCHE’ ESPRIMONO QUELLO CHE RAPPRESENTA LA MUSICA PER ME..E CIOE’ LA MIA VITA!

BUON ASCOLTO!

 

MUSICOTERAPIA

Postato il Aggiornato il

Dico sempre che la musica è la cura a tutti i mali e informandomi bene sulla Musicoterapia ho avuto solo conferme.

La Musicoterapia, intesa come metodologia di intervento per un lavoro pedagogico o psicologico, permette di comunicare, con l’aiuto del terapeuta, attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale partendo dal principio dell’ISO (identità sonora individuale) che utilizza il suono, la musica, il movimento per aprire canali di comunicazione ed una finestra nel mondo interno dell’individuo. Dal punto di vista terapeutico essa diviene attiva stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva, impiegata in diverse problematiche come prevenzione, riabilitazione e sostegno al fine di ottenere una maggiore integrazione sul piano intrapersonale ed interpersonale, un migliore equilibrio e armonia psico-fisica.

I principi base della pratica musicoterapeutica sono:

  1. il paziente è parte attiva della terapia;
  2. la centralità del rapporto di fiducia e l’accettazione incondizionata rispetto al paziente;
  3. l’adattamento e la personalizzazione della tecnica volta per volta;
  4. scambio reciproco di proposte tra paziente e musicoterapeuta;
  5. stabilimento di un legame tra il musicoterapeuta e il paziente grazie al suono.

Il musicoterapeuta è quindi un mezzo attraverso il quale un paziente si apre e “tira fuori” le proprie emozioni.

Il termine musicoterapia nasce nell’Antica Grecia e oggi indica il ricorso ad esperienze musicali attive, in cui s’impiega la musica per coltivare l’espressione creativa, o passive in cui predomina l’ascolto.
Con il termine di musicoterapia si intende l’utilizzo della musica e degli elementi musicali (armonia, melodia, ritmo, timbro) per favorire l’integrazione fisica, psicologica ed emotiva dell’individuo.
La musicoterapia è una disciplina che utilizza l’elemento sonoro/musicale all’interno della relazione utente/operatore in un processo sistemico di intervento con finalità preventive, riabilitative e terapeutiche.

Come citato sopra, la musicoterapia viene applicata attraverso due metodologie:

  1. musicoterapia ricettiva o passiva , con l’ascolto di musica registrata scelta dal paziente o programmata dal terapeuta;
  2. musicoterapia attiva , in cui la musica è creata dal paziente attraverso strumenti musicali, suoni e rumori emessi dal paziente.

La musicoterapia può essere utilizzata a vari livelli, quali l’insegnamento, la riabilitazione o la terapia.

Per quanto riguarda la terapia e la riabilitazione, gli ambiti di intervento riguardano preminentemente la neurologia e la psichiatria:

In ogni caso, gli interventi di tipo clinico rimangono di esclusiva competenza degli esercenti le professioni sanitarie.

ORIGINI DELLA MUSICA COME TERAPIA

In tutte le culture dell’antichità musica e medicina erano praticamente una cosa sola. Il sacerdote medico (lo sciamano) sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo, ma anche quella dell’uomo, è dominata dal ritmo e dall’armonia. Sapeva che la musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale, che procura benessere e che nei casi di malattia può ricostituire l’armonia perduta.

ELEMENTI DI MUSICOTERAPIA

Per lo sviluppo della sanità mentale ed il benessere, le attività creative sono la chiave per il raggiungimento dell’equilibrio psichico. Attraverso esse si può mirare all’evoluzione dell’essere umano nella sua totalità e far emergere tutte le capacità potenziali.Attività come il cantare, suonare, danzare, sono direttamente creative, essendo la musica sì una disciplina mentale che ha bisogno di ordine, di attenzione e concentrazione, ma che permette la manifestazione della propria espressività.

PRINCIPI TEORICI

La Musicoterapia si basa tre principi: ISO, che caratterizza l’identità sonora di un individuo; suono inteso come oggetto intermediario, cioè come strumento di comunicazione in grado di agire terapeuticamente sul paziente e suono come oggetto Integratore, in grado di integrare le dinamiche di comunicazione in un gruppo uniformandole.

LE SEDUTE DI MUSICOTERAPIA

Il trattamento di musicoterapia è strutturato in incontri settimanali a seconda delle esigenze del paziente. Le sedute possono essere: individuali o di gruppo della durata di circa 60 minuti ognuno; in alcuni patologie, come ad esempio nella malattia di Alzheimer, sono consigliati tempi di partecipazione molto più brevi.

MUSICOTERAPIA E ANZIANI

Sono sempre più numerosi gli studi e le esperienze che attestano l’utilità della musicoterapia con gli anziani, soprattutto se vivono l’ultima parte della loro vita in istituto. E’ solitamente proprio nelle strutture residenziali che i pazienti geriatrici hanno l’opportunità di iniziare un percorso preventivo/terapeutico con la musica, che diventa aiuto e sostegno psicologico per l’anziano, che spesso vive il ricovero con forte disagio fisico ed emotivo.

MUSICOTERAPIA E ALZHEIMER

Nel 2001 l’America Accademy of Neurology ha indicato la musicoterapia come una tecnica per migliorare le attività funzionali e ridurre i disturbi del comportamento nel malato di Alzheimer. Ciò è possibile perché la musica sembra rivelarsi una via di accesso privilegiata per contattare il cuore dei malati che preservano intatte certe abilità e competenze musicali fondamentali nonostante il deterioramento cognitivo dovuto alla malattia.

MUSICOTERAPIA E GIOCO D’AZZARDO

Improvvisazioni al pianoforte, dialoghi sonori e ascolto di musica rilassante sono i contenuti principali delle sedute di musicoterapia, a cui possono partecipare i giocatori d’azzardo patologici che decidono di intraprendere un programma terapeutico per guarire. Il gioco d’azzardo, infatti, nel 1980 è stato riconosciuto come una malattia mentale. Per guarire, dunque, è consigliato un percorso psicoterapico che può comprendere anche una serie di terapie complementari, quali la musicoterapia.

LE ATTIVITA’ DI MUSICOTERAPIA IN GRAVIDANZA E PARTO: APPLICAZIONI E RISULTATI

Le ormai numerose esperienze di musicoterapia italiane ed estere confermano l’utilità di affiancare attività sonoro-musicali ai tradizionali corsi di preparazione al parto, poiché la musica può aiutare la gestante a rilassarsi, a contenere l’ansia e a raggiungere uno stato di generale benessere psicofisico.

MUSICOTERAPIA E AFASIA

Sta dando buoni risultati l’uso sperimentale della musicoterapia nella riabilitazione degli afasici, in chi cioè, a seguito di una lesione cerebrale, causata da trauma cranico, ischemia, ictus, emorragia o tumore, manifesta dei disturbi nell’espressione e nella comprensione del linguaggio parlato o scritto ed anche, indipendentemente dalla localizzazione ed estensione della lesione, disturbi della memoria, difficoltà nei movimenti, incapacità di riconoscere gli oggetti, alterazioni della percezione sensoriale e instabilità emotiva.

BIOMUSICA

La biomusica è una metodologia diretta e pratica che serve ad equilibrare e a stimolare il corpo per evitare la somatizzazione dei conflitti emotivi. Secondo il suo ideatore, il professor Marco Corradini, docente di musicoterapia in Italia, Svizzera e Spagna, questo metodo si basa sulla relazione fra suoni, musica, malattia ed energia bioenergetica e viene usato con successo in gruppi aperti, ai quali aderiscono persone senza sintomatologie dichiarate, e anche in terapia, ad esempio nel recupero dei tossicodipendenti.

MUSICOTERAPIA IN ONCOLOGIA

Quando un medico comunica ad un paziente una diagnosi di tumore, questi e la sua famiglia vedono concretizzarsi tutte le paure e le ansie che erano presenti nel periodo di attesa del responso clinico.  Al momento della diagnosi i malati di cancro, i loro parenti e amici provano un senso di panico, disperazione e incertezza. Ciò si ripercuote su tutti gli aspetti della loro vita, soprattutto sui rapporti interpersonali e sul modo di vedere la propria condizione e il proprio futuro. D’altra parte maggiore è la gravità della malattia e maggiore è l’ansia che ne deriva.
I malati di cancro abbandonano un mondo con il quale hanno dimestichezza e nel quale si sentono sicuri per entrare in un nuovo mondo fatto di ospedali, specialisti, terminologia medica, medicine e trattamenti.
Se già con la diagnosi di tumore il paziente vede spesso modificato il suo ruolo, non essendo più attivo e dovendosi appoggiare agli altri, a questo si deve aggiungere la paura di interventi o di terapie e l’incognita di ciò che succederà dopo.
Altre volte nel soggetto scatta un meccanismo psicologico di negazione della patologia, che serve ad allontanare l’ansia e la paura: “Hanno sbagliato, non è possibile”. Ma questo atteggiamento è controproducente perché negare la realtà non modifica quanto è avvenuto, anzi espone al rischio di sottovalutare o addirittura di ignorare le terapie mettendo a repentaglio la propria vita. D’altra parte in un’era moderna qual è la nostra, in cui pur non volendo cercare ci si trova a contatto con informazioni, i pazienti tendono ad essere sempre più interessati a sapere.
Spesso il soggetto che ha appreso la diagnosi, decide di non parlarne con i familiari “perché non voglio che mi vedano preoccupato, che stiano in ansia per me”. Pertanto esclude l’argomento malattia dalle conversazioni evitando ogni riferimento al tumore e creando una falsa situazione in cui apparentemente non è successo nulla. A loro volta i familiari spesso confermano tale comportamento tacendo sia col paziente che con gli altri componenti della famiglia, al fine di evitare loro preoccupazioni. In tal modo si instaura un meccanismo perverso del tipo “io so che tu sai che io so”, nel quale l’ombra del tumore è comunque presente, perché presenza fissa nella mente di tutti, anche se non verbalizzata. Questo atteggiamento è fortemente controproducente per diversi motivi. Innanzitutto perché impedisce a ognuno, e in particolare al paziente, di esprimere i propri sentimenti e i propri bisogni; in questo modo ogni persona coinvolta porta sulle spalle un peso enorme di emozioni, paure, angosce che è costretto a reggere da solo senza per questo alleviare il peso agli altri. Inoltre la comunicazione non verbale (espressa da atteggiamenti, gesti, mimica del viso) rimanda messaggi contrastanti rispetto alla comunicazione verbale, creando confusione all’interno del sistema familiare. La discrepanza tra comportamento verbale positivo e non verbale negativo può indurre il paziente a sentirsi abbandonato e non amato mentre il familiare potrà sentirsi frustrato e impotente nell’aiutare il malato. È pertanto importante capire che il non comunicare su quello che si sta verificando non aiuta nessuno: non pronunciare la parola “cancro” non lo fa sparire. Parlare di un problema, di qualsiasi natura esso sia, non solo permette di dare libera espressione alle emozioni, ma aiuta anche a dargli la giusta dimensione.
Con l’obiettivo da un lato di gestire le emozioni, le paure, le ansie e le angoscie proprie della malattia e dall’altro di contribuire ad una migliore accettazione e sopportazione anche fisica della malattia e del suo trattamento, vari approcci terapeutici sono stati proposti. Tra questi annoveriamo la musicoterapia.

Negli ultimi 10 anni sono stati pubblicati vari studi riguardanti l’applicazione della musicoterapia in campo oncologico. Essi hanno dimostrato che la musicoterapia può determinare una riduzione dei livelli di ansia e di stress, un miglior controllo del dolore, una migliore compliance ai trattamenti antiblastici e può fornire un supporto psicologico al pazienti e ai loro familiari.

Tra i possibili campi di applicazione della musicoterapia vi è l’oncologia con le seguenti finalità:

  • Riduzione di ansia e stress
  • Miglior controllo del dolore
  • Migliore compliance ai trattamenti
  • Supporto psicologico al paziente e ai familiari

Già oltre 15 anni fa era stata evidenziata l’importanza della musicoterapia nel controllo del dolore oncologico e da allora varie esperienze sono state condotte in questo settore.
Più recentemente, in uno studio condotto su pazienti in trattamento radioterapico, 42 pazienti sono stati randomizzati in un gruppo sperimentale (n=19) e in un gruppo di controllo (n=23). Il gruppo sperimentale ha ascoltato musica scelta direttamente dal paziente per tutto il periodo del trattamento, mentre il gruppo di controllo non ha ascoltato musica. Malgrado la mancanza di una differenzazione significativa tra il gruppo sperimentale e il gruppo di controllo lungo il periodo del trattamento radioterapeutico, l’intervento di musicoterapia ha mostrato effetti positivi per pazienti con elevati livelli d’ansia nella fase iniziale della radioterapia.
In un’ulteriore esperienza condotta su pazienti oncologici, 33 pazienti sottoposti a chemioterapia ad alte dosi sono stati randomizzati in un gruppo di controllo sottoposto a protocollo antiemetico standard, e in un gruppo sperimentale sottoposto a protocollo antiemetico standard più intervento di musicoterapia effettuato durante le 48 ore di somministrazione del farmaco ciclofosfoammide ad alte dosi. Lo studio ha evidenziato una riduzione sia dei sintomi di nausea sia del numero di episodi di vomito a favore del gruppo sperimentale.
Vari studi sono stati condotti, inoltre, sui pazienti oncologici nella fase avanzata della malattia, al fine di migliorare gli effetti delle terapie di supporto.
In una recente esperienza realizzata in un centro oncologico svizzero, 251 pazienti nella fase avanzata di malattia neoplastica hanno ricevuto un approccio integrato con musicoterapia, psicoterapia ed assistenza spirituale che ha contribuito ad alleviare il dolore e a ridurre l’ansia e la disperazione, migliorando lo stato di speranza e serenità.
Oltre alle esperienze sopracitate se ne possono annoverare molte altre, ma per lo più si tratta di studi condotti su piccoli gruppi di pazienti che necessitano ovviamente di ulteriori conferme.
È indubbio, comunque, come sosteneva Oliver Sacks, che “il potere della musica di integrare e curare… è un elemento essenziale, è il più completo farmaco non chimico”.
È ovvio che la musicoterapia non può sostituirsi alle terapie tradizionali per la cura delle neoplasie, ma può senz’altro potenzialmente offrire un valido supporto alle stesse.

IL MASSAGGIO SONORO

Un’antica tecnica di guarigione che unisce il sapiente tocco delle mani alla musica, per riequilibrare mente e corpo.

LEGGETE E RIFLETTETE..

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Un professore mostra una banconota da 50,00 euro e chiede ai suoi alunni: “A chi piacerebbe  avere questi 50,00 euro?”  Gli alunni  alzano la mano.  Stropiccia  la banconota e chiede: “La desiderate ancora?” Le mani si alzano nuovamente. Butta a terra la 50,00 euro  e ci salta sopra a piedi uniti e ripete: “Anche adesso la volete ancora?” Gli alunni tornano ad alzare la mano.  A questo punto gli dice: “Amici miei, avete appena appreso una lezione! Poco importa cosa ho fatto a questa 50,00 euro, tanto la volete sempre perchè qualsiasi cosa gli faccia, il suo valore non cambia. Vale sempre 50,00 euro. Molte volte nella nostra vita, verrete offesi, ripudiati dalla gente e scherniti. Crederete di non valere più nulla, ma il vostro valore non sarà cambiato, chi vi conosce bene sa quanto valete.

IL CALENDARIO DELLA SERIE A TIM 2015/2016

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Sorteggio calendario Serie A Tim

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Meno di un mese e ricomincia la  Serie A TIM. Stasera dalle 19 sorteggio calendario.

LA NUOVA JUVENTUS CONTRO IL BORUSSIA STASERA ALLE 19.05

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Amichevole contro il Borussia.. imperdibile l’appuntamento alle 19 e 05 in diretta su SkySport.

La nuova Juventus stasera affronta il Borussia Dortmund (la ex squadra di Klopp) in un’amichevole a San Gallo.

E’ la prima amichevole della nuova Juventus targata Massimiliano Allegri. La prima senza Andrea Pirlo, Carlitos Tevez, Arturo Vidal e Marco Storari. C’è molta curiosità di vedere in azione i nuovi arrivati: Mandzukic, Dybala, Khedira, Zaza e Rugani. In più, ci sono i giovani talenti Audero, Clemenza, Parodi, Tello, Cerri e Vadalà. Manca Asamoah che lavora a parte. Gli avversari tedeschi, battuti nella passata stagione in Champions League, sono “orfani” di Jurgen Klopp e Ciro Immobile.

26 i convocati:

1 Buffon

3 Chiellini

4 Caceres

6 Pogba

7 Zaza

8 Marchisio

9 Morata

14 Llorente

15 Barzagli

17 Mandzukic

19 Bonucci

20 Padoin

21 Dybala

24 Rugani

25 Neto

26 Lichtsteiner

27 Sturaro

28 Khedira

33 Evra

34 Rubinho

38 Audero

41 Clemenza

42 Parodi

43 Tello

44 Cerri

45 Vadalà

IL CANTO..

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Ho cantato da sempre e lo farò per sempre.

Mi viene talmente automatico cantare quando sento una canzone che non lo riesco a controllare. Non posso farne a meno.

Attraverso lo studio del canto sono venuta a conoscenza di tantissime cose che prima non sapevo e ne ho approfondite altre che sono fondamentali.

Il canto è l’emissione, mediante la voce, di suoni ordinati per ritmo e altezza a formare una melodia. Il canto si articola di solito su un testo, anche se non necessariamente.

Un gruppo di individui che cantano insieme (che in questo caso si dicono anche cantori), formano un coro.

Tipi di emissione

La voce umana è il suono prodotto nella laringe dalla vibrazione delle corde vocali per effetto dell’aria espirata dai polmoni mediante occlusione della glottide. Il timbro vocale è influenzato principalmente dalle caratteristiche morfologiche delle corde vocali, ma anche dalla conformazione fisica in generale. Come sanno bene coloro che usano professionalmente la voce, il timbro vocale può essere artefatto; gli imitatori, ad esempio, studiano proprio sfruttando la duttilità dell’organo vocale.

A seconda del modo in cui la voce viene prodotta si possono distinguere diversi tipi di emissione: infatti tra la voce di petto e quella di falsetto esistono varie emissioni intermedie che sfruttano prevalentemente il registro di petto per i suoni gravi e quello di testa per le note acute.

Voce impostata

Quello di “voce impostata” è un concetto storico-estetico sviluppatosi tra il Seicento e il Settecento per far fronte alle crescenti difficoltà tecniche richieste ai cantanti dai coevi repertori vocali. È impossibile dare una definizione univoca di quale sia una voce impostata e del corretto training fisico-artistico richiesto dall’impostazione.

Cantando con una voce impostata secondo i dettami classici si acquisisce un controllo muscolare che consente di produrre suoni timbricamente più omogenei (detti “rotondi”), di controllare il volume e di cantare senza sottoporre le corde vocali ad uno sforzo eccessivo (cantare “sul fiato”), che in genere si determina a causa della pressione mal indirizzata del fiato (cantare “sforzando” o “spingendo”).

L’impostazione classica vede la compresenza di tecnica del fiato, dell’emissione e dell’articolazione. I dettami di queste tecniche non possono essere disgiunti, non si può, per esempio, emettere un buon suono senza articolarlo o senza aver respirato in modo corretto.

La respirazione è in genere diaframmatica (ma illustri maestri di canto, anche viventi, consigliano di alternarla ad una respirazione costale e a volte ad una respirazione completa diaframmatico-costale). Dopo l’inspirazione, varie fasce muscolari, tra cui gli addominali inferiori e i muscoli pelvici, vanno tesi per creare il cosiddetto “sostegno”, una sorta di “feedback” muscolare che permetta di dosare il fiato.

L’emissione avviene all’altezza della laringe, l’organo dentro il quale si situano le corde vocali. Essenziale per una buona emissione è che la laringe sia rilassata, “bassa”, che le corde siano ben chiuse (evitando quella che in gergo è definita “emissione ariata” o “afona”, dovuta principalmente all’astenia cordale) e che la “maschera”, ossia l’insieme dei muscoli facciali, sia rilassata, permettendo al suono di risuonare all’interno delle cavità del corpo. È infatti questo il momento principale, dal punto di vista acustico, nella formazione del timbro della voce impostata.

La tecnica di articolazione varia a seconda delle caratteristiche fonetiche della lingua in cui si canta. Cantare una “e” tedesca o una “e” italiana presuppone diverse fogge muscolari all’altezza della maschera o, ancor prima, della laringe. Stesse differenze si trovano nella pronuncia delle consonanti e dei gruppi consonantici, per non parlare di alcune altezze in specifici registri la cui esecuzione viene, tradizionalmente, avvantaggiata da specifiche fogge facciali (i sovracuti vengono spesso intonati sorridendo, gli acuti di petto spesso richiedono un’iperestensione della mandibola). Da molti maestri l’insieme delle tecniche di emissione e articolazione consiste in un “appoggio superiore”, o “appoggio alto” o “appoggio in maschera”, utile soprattutto in alcuni repertori di agilità.

Non esiste trattazione che curi la potenza del suono. Spesso si collega la voce impostata con la voce sonora, se non stentorea, ma in realtà la potenza vocale è solo una conseguenza, non un fine dello studio vocale. I repertori tardo ottocenteschi e contemporanei richiedono molto spesso voci potenti che riescano ad “oltrepassare” l’orchestra, “proiettandosi” in sala, ma in sede di studio non esistono vere tecniche della proiezione.

La così detta “impostazione” è un termine tecnico legato ai diversi tipi di repertori ed estetiche, alla storia e alle differenti scuole vocali.                                                                                                                                                      

Falsetto

La voce di falsetto è documentata nei trattati antichi, nei repertori classici e moderni e nelle trattazioni estetiche. Il falsetto coinvolge in minor modo la muscolatura, permettendo di riprodurre i suoni, soprattutto acuti, con uno sforzo minore rispetto alla voce di petto. È per questo che, rispetto alla voce piena, il suono del falsetto risulterà più leggero e qualche volta fiatato (questo dipende molto spesso dalla massa cordale del soggetto e dallo studio della tecnica vocale). Durante l’emissione in falsetto il piano delle corde vocali è inclinato.

Registri vocali

Normalmente, la voce maschile è più bassa della voce femminile. Dal più acuto al più grave, nel canto classico i registri vocali sono così denominati:

Nella musica lirica si sono create successivamente ulteriori categorie: soprano drammatico, soprano di coloratura, tenore di grazia, basso profondo etc.

Gli stili di canto

Lo stile vocale è il particolare uso che della voce viene fatto dal cantante, utilizzando in maniera personale i diversi fattori in gioco (timbro, meccanismo di emissione, intensità, accenti, vibrato, microfono, vocoder) e le numerose tecniche di canto, dotte o popolari, che possono includere:

  • Jodel o jodler – canto caratteristico del Tirolo con vocalizzi alternati tra falsetto e voce impostata.
  • Vocalese – stile vocale jazz che si basa sull’adattamento di testi di senso compiuto alla linea melodica originariamente strumentale.

Caratteristiche della voce

L’estensione vocale è l’ambito di suoni, dal più grave al più acuto, che la voce umana può produrre, generalmente variabile tra circa 80 Hz e i 1500 Hz.

Tecnica del canto

 La tecnica del canto è quell’insieme di accorgimenti, appresi con l’allenamento e lo studio, necessari ai cantanti professionisti per evitare gravi danni alla laringe e per ottenere una voce timbricamente gradevole, potente e con un’ampia gamma cantabile, cioè un’estensione dalla nota più bassa alla più alta in cui il timbro sia omogeneo e l’intonazione corretta e stabile.

Tutti, più o meno, possono cantare una canzone. Molti di meno invece riescono a cantare più canzoni di seguito, anche semplici: dopo qualche minuto un cantante improvvisato comincerà a sentire mal di gola, e la sua voce inizierà a farsi roca e sfiatata; se nonostante tutto continua a cantare, di lì a poco si ritrova afono, e corre il rischio di procurarsi un edema.

Questo accade perché, istintivamente, il cantore di cui sopra usa la sua voce come se parlasse. Ma l’uso della voce che si fa normalmente, sebbene sufficiente allo scopo di parlare, impone alla laringe delle sollecitazioni troppo forti nel caso del canto: per poter cantare per ore senza danni, senza sforzo e con una voce sempre gradevole, il cantante deve reimparare ad usare la sua voce in modo nuovo, attraverso lo studio, l’allenamento e l’autoosservazione.

 

LA DANZA..

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La danza è un altro elemento fondamentale nella mia vita.

Quando sento la musica, soprattutto canzoni che adoro particolarmente, mi viene automatico iniziare subito ballare e cantare.

La danza è libertà.

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Ma in generale che cos’è la danza?

La danza un’arte performativa e anche uno sport che si esprime nel movimento del corpo umano secondo un piano prestabilito, detto  coreografia, o attraverso l’improvvisazione. È presente in tutte le culture umane. Spesso è accompagnata da musiche o composizioni sonore, la danza nel linguaggio e nella tradizione della danza popolare può essere chiamata anche ballo.

Sin dall’antichità, la danza è parte dei rituali, preghiera, momento di aggregazione della collettività nelle feste popolari e anche occasione di aggregazione tra persone, come, per esempio, attualmente è la danza nelle discoteche.

La danza è una disciplina vastissima, sia nel tempo che nello spazio, si è sviluppata in numerose forme. Le denominazioni che seguono riguardano per lo più la sua evoluzione come arte dello spettacolo. Se ne possono trovare diversi generi, come la danza classica, la danza moderna e quella contemporanea.

Danza medievale

Se ne conoscono vari generi:

  • la ballata, ovvero una danza in linea o a gruppi;
  • la ronda, ovvero una danza in tondo;
  • la virelai (dal verbo virer che sta per “torcere”), ovvero una danza con torsione;
  • la carola, ovvero una danza in cerchio;

Danza classica

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La danza classica o danza accademica si basa sulla cosiddetta “tecnica accademica”, che si è sviluppata a partire dal 1661, quando il re di Francia Luigi XIV fondò a Parigi l’Académie Royale de Danse (accademia reale di danza), con l’intento di organizzare, codificare, diffondere e sviluppare i principi fondamentali di quest’arte.

A dirigere questa accademia Luigi XIV designò il suo maestro di ballo: il ballerino e coreografo Pierre Louis de Beauchamps. Gli ha codificato le cinque posizioni classiche (già stabilite in precedenza dai maestri di ballo del Quattrocento e del Cinquecento), assumendole a regola per iniziare e terminare i passi, e ha fissato le regole per l’esecuzione dei principali passi di danza allora conosciuti stabilendone anche la terminologia. Per questo motivo i passi della danza accademica sono nominati in lingua francese.

Nella danza classica, a partire dagli 11 anni di età, si utilizzano delle apposite scarpette chiamate ” scarpe da punta” con punta rinforzata con gesso apposito, ovviamente la scarpe da punta si possono utilizzare dopo aver studiato per alcuni anni con scarpe da mezza punta, perché i muscoli che sostengono la colonna vertebrale devono essere ben formati.

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Queste scarpe distruggono i piedi (io lo so bene), ma il dolore lo sentivo sempre quando smettevo di ballare, perchè, ancora oggi, quando sono coinvolta dalla musica non sento niente.

Danza moderna

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La danza moderna si è sviluppata all’inizio del Novecento nel Nord Europa grazie a Rudolf Laban e Mary Wigman e negli Stati Uniti d’America con le espressioni libere iniziate da Isadora Duncan e Ruth St. Denis. Si è poi definita con varie tecniche grazie a Martha Graham, Doris Humphrey, Charles Weidman e José Limón.

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Danza neoclassica

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Pur richiamandosi alla tecnica accademica, la danza neoclassica si avvale del linguaggio della danza classica, ma utilizza forme vicine a quelle della danza moderna. La Danza neoclassica è uno stile della danza classica, o danza accademica, che nasce intorno agli anni trenta del Novecento negli Stati Uniti d’America, anche grazie al coreografo americano di origine russa George Balanchine.

Si tratta di una forma che si sviluppa in senso opposto sia alla “Danza libera” di Isadora Duncan e di Ruth Saint-Denis, che alla Danza moderna o Modern Dance avviata sempre negli USA da Martha Graham, Doris Humphrey e Charles Weidman.

La danza neoclassica, al contrario delle nuove forme di danza, si avvale del tradizionale bagaglio tecnico del linguaggio coreografico accademico (prese, posizioni rigidamente definite, bilanciamento, movimenti geometrici etc.), ma le utilizza tentando una maggiore libertà di scrittura e introducendo nuovi passi e nuove figure.

Fra l’altro la danza neoclassica si avvale delle cosiddette scarpe da punta, ovvero di scarpe particolari con la punta rinforzata specifiche della danza classica.

Danza contemporanea

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La danza contemporanea prosegue la rivoluzione attuata dalla danza moderna a favore di nuove espressioni corporee, che talvolta comprendono anche la recitazione di testi. Dalla danza classica alle Urban Dances (breaking e hip-hop), la danza contemporanea, il teatrodanza, il performing media, pongono il principio del superamento dei generi e delle forme artistiche performative convenzionali. La danza contemporanea rientra pienamente nelle nuove Arti sceniche contemporanee. La danza contemporanea nasce in Europa e negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale.

Danza sportiva

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La danza sportiva ha una lunga storia nel campo delle danze di coppia, che comprendono i principali balli delle diverse parti del mondo eseguiti secondo modelli stereotipati. Recentemente l’ideale di danza quale sport olimpico ha coinvolto le discipline di danza individuale e per gruppi coreografici. Rimane comunque una netta separazione tra lo sport e la danza concepita come sola manifestazione artistica.

La danza sportiva rappresenta la trasposizione del ballo – individuale, di coppia o in squadra – da disciplina artistica in disciplina sportiva, con proprie regole, competizioni e gare agonistiche, il cui livello varia dall’amatoriale al professionistico suddiviso in varie classi. La Federazione Italiana Danza Sportiva (FIDS), è stata riconosciuta dal CONI dal 1997; organizza lo sport in Italia, definendone le normative e aggiudica ufficialmente i titoli ai campioni delle varie specialità. Altri enti e associazioni sportive, che non possono definirsi federazione, si occupano di ballo sportivo a carattere puramente amatoriale. Le discipline di Danza sportiva sono suddivide in Danze di coppia (standard, latine, caraibiche, jazz, argentine, nazionali) e Danze artistiche (hip hop, modern, classica, belly dance, tap, disco, synchro, show, choreographic).

Danza urbana

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L’espressione “danza urbana” si riferisce ad eventi, performance e creazioni coreografiche in spazi pubblici ed indaga il rapporto tra danza, corpo danzante e architettura. Secondo queste premesse in questo contesto possono essere quindi considerate vicine esperienze di ricerca degli anni settanta come quelle di Trisha Brown e Joan Jonas, così come le pratiche di danza urbana come la breakdance, la danza con lo skateboard, o quella saltata del city jumping.

Il termine “danza urbana” viene importato in Italia nel 1997 in corrispondenza del primo Danza Urbana – festival di danza nei paesaggi urbani a Bologna, oggi alla XIII edizione. Il festival, tra i più importanti ed innovativi festival di danza contemporanea in Italia, si svolge a Bologna, generalmente a settembre, coinvolgendo compagnie di danza da tutta Europa e da tutto il mondo.

Breaking

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Vero nome B-boying o Breaking, questa danza non-accademica nasce nelle strade del Bronx (nelle periferie americane di New York) intorno al 1975 ad opera di giovani afroamericani che avevano avuto problemi con la società, influenzati dalle innovazioni musicali di Dj Kool Herc. Unica forma di danza che svolge la propria ricerca artistica in ambienti popolari e grazie ad essi propone una modalità estetica che entra in pieno contatto con lo spettatore. A partire dagli anni ottanta il B-boying si è diffuso in tutto il mondo, evolvendo la sua tecnica con mosse sempre più spettacolari, e associando la sua pratica ad un vero e proprio stile di vita, di stampo hip hop.

Danze popolari e tradizionali

Le danze popolari sono l’espressione delle diverse comunità locali, un tempo agricole o montanare. Nei Paesi dove sono sopravvissute alla modernizzazione, assieme al repertorio musicale a loro necessario, sono danzate con molta vivacità e ultimamente sono tornate a diffondersi anche al di fuori dei confini locali e tradizionali.

Danza jazz

La danza jazz è l’insieme di vari stili e tecniche di danza non facili da etichettare. In principio questo termine indicava una tradizionale danza della comunità afro-americana ma ha preso spunto anche da altre civiltà: ha ereditato il movimento europeo che ha affinato e contribuito all’eleganza nel movimento, e quello africano che ha dato l’impulso ritmico e il fascino primitivo. Il termine “danza jazz” viene usato per descrivere un tipo di movimento in continua evoluzione proprio perché legato ai cambiamenti della cultura: dalle danze sociali degli anni venti allo sviluppo delle danze teatrali, fino ad arrivare ad oggi con l’hip hop e il funky jazz.

FINE

La Juventus ricorda l’Avvocato: 68 anni fa diventava presidente Giovanni Agnelli

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Il 22 luglio 1947 Giovanni Agnelli assumeva la presidenza della società a soli 26 anni.

Il club bianconero celebra la ricorrenza sul proprio sito internet ricordando che, “se la Signora del pallone ancora oggi stazione al vertice del calcio, è anche grazie a lui“. L’Avvocato guidò la Juve per sette anni, fino al 1954, conquistando due scudetti.

ALCUNE DELLE SUE CITAZIONI PIU’ FAMOSE:

  • La Juve è per me l’amo­re di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d’amore.
  • La Juventus rappresenta, per chi ama la Juventus, una passione, uno svago… e qualche cosa la domenica. Noi abbiamo cercato di dare a loro il migliore spettacolo possibile e anche molte soddisfazioni.
  • Nei momenti difficili, c’è sempre nel mio subconscio qualcosa a cui mi appello, e questo è il motivo per cui la Juventus ha vinto anche oggi.
  • Perché la Juventus, dopo già un secolo di storia, è diventata una leggenda. Una leggenda che è sorta in un liceo di Torino e che ha finito per conquistare nove, dieci milioni di tifosi in Italia e, certo, altrettanti all’estero con un nome, una maglia e dei colori conosciuti in tutto il mondo.

Un’intera esistenza dedicata a lei, sette anni da Presidente. Per l’Avvocato, come la gente e i tifosi lo hanno conosciuto, la Juve è sempre stata una lezione di vita, oltreché un momento insostituibile di gioia e divertimento. Ebbene, se Giovanni Agnelli ha legato il suo nome a quello della Juventus per tutta una vita, è esattamente 68 anni fa che ne assumeva in prima persona la presidenza.

I suoi rapporti con la Juventus, che nel corso della vita gli ha regalato 41 successi,risalgono al 1935, quando scomparve il padre dopo l’epoca d’oro dei cinque scudetti consecutivi. Edoardo venne eletto presidente per acclamazione, mentre il nonno era dichiarato sostenitore bianconero.

Il destino si compì pertanto nel dopoguerra, quando Piero Dusio propose a Giovanni la presidenza della Juve: “E’ arrivato il momento”, gli comunicò con stringata decisione.

Come l’Avvocato ebbe a ricordare in un’intervista nel 1967, riportata dall’edizione di maggio di Hurrà Juventus:

“Entrai nel Consiglio della Juventus. Avevo solo 14 anni, sentivo parlare di calcio ma non me ne potevo occupare. Rientrato a Torino dopo la guerra, fui richiamato alla presidenza della Juventus. Rimasi presidente per sette anni, conquistando due scudetti e costruendo una squadra, ritengo, forte”.

Giovanni Agnelli

Quella Juve lo fu per davvero: i Tricolori arrivarono infatti nel 1950 e nel 1952. Il primo scudetto fu quello della Juve “forse più forte che abbia a ricordare”, nella parole di Boniperti, leader di uno squadrone che vantava anche il fortissimo oriundo Rinaldo Martino ed i danesi Praest e Hansen. Una formazione imbottita di campioni, come quella che fece il bis due anni dopo, con fuoriclasse come Parola e Muccinelli.

«Scrissero che una società di cinquant’anni ha un presidente di 25», dichiarò più avanti – nel 1997 – allo stesso magazine bianconero, ricordando i successi di quegli anni.

Il 18 settembre 1954 l’Avvocato lascerà la presidenza a Enrico Craveri, ma rimarrà sempre vicino alla sua Juve. Una vicinanza per la quale saremo sempre grati, vissuta attraverso la saggezza, il lavoro, la cultura e l’amore per lo sport. L’assiduità con la quale ha garantito appoggio alla squadra è stata, nel corso della sua inimitabile parabola di vita, incessante ed affettuosa.

Intervenendo con benevola ironia ed infondendo ottimismo nelle vicende bianconere, ha saputo plasmare il fato di una squadra “il cui destino è quello di vincere” (Hurrà Juventus, marzo 2001).

Nell’anno del centenario della Juventus, le augurò di cuore «un altro secolo così». E se la Signora del pallone ancora oggi staziona al vertice del calcio, è anche grazie a lui.

La musica fa bene al cervello degli adolescenti

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La musica è sempre la soluzione giusta a tutto.

Suonare uno strumento “allena” il cervello. È stato ripetuto talmente tante volte da diventare quasi un luogo comune. Uno studio appena pubblicato sulla rivista PNAS aggiunge nuovi dettagli al quadro, in particolare rafforzando l’idea che fare musica faccia bene anche se si comincia “tardi”, da adolescenti.

ORCHESTRA IN CLASSE. La nuova ricerca ha seguito un gruppo di studenti dell’area di Chicago all’ingresso alle scuole superiori, quando hanno cominciato a imparare a suonare uno strumento in una band di classe, due-tre ore la settimana. All’ultimo anno di scuola, alcuni aspetti dello sviluppo neurologico dei ragazzi sono stati paragonati a quelli di un altro gruppo di adolescenti che avevano invece seguito un programma di sola attività fisica per l’intero percorso scolastico.

Da misurazioni dell’attività elettrica del cervello, i ricercatori hanno osservato che gli studenti che si erano dedicati alla musica avevano una sensibilità migliore nel riconoscere i suoni del linguaggio rispetto ai loro compagni e mostravano risposte del cervello ai suoni più rapide.

MUSICA E LINGUE. Secondo i ricercatori, la musica potrebbe dare un aiuto in più proprio nella capacità di processare le informazioni, specialmente quelle linguistiche, ritardando la chiusura di quella “finestra di opportunità” ritenuta più utile per imparare per esempio le lingue straniere. I benefici della musica, insomma, si estenderebbero al di là del suonare uno strumento.

POCO STUDIATA. I ricercatori americani sottolineano che, in tempi di budget ristretti nelle high school statunitensi, è un peccato che spesso tocchi proprio alle lezioni di musica essere ridotte o sospese. Viene naturale il paragone con la situazione delle aule scolastiche italiane, dove la musica è da sempre la cenerentola tra le discipline, e nella maggior parte delle scuole superiori non è neppure contemplata come materia di insegnamento.